“Forget not that the earth delights to feel your bare feet and the wind longs to play with your hair”
Khalil Gibran
La madre. Ciò che è necessario per l’esistenza e la sopravvivenza.
Figli delle nostre madri, figli della Terra.
Il parallelismo tra madre e Terra è evidente: colei che nutre, colei che insegna, colei che dona il supporto e dà la forza per imparare a muovere i primi passi e un giorno, eventualmente, volare.
Così assolutamente necessaria, sempre presente, fondamentale. Così tanto da correre il rischio di darla per scontata e dimenticarla.
Pensate alle volte in cui avete alzato la voce verso vostra madre, in cui vi siete dimenticati di chiamarla una volta arrivati a casa da un lungo viaggio. Tutte quelle volte in cui avreste potuto abbracciarla, coccolarla e dirle GRAZIE ma non l’avete fatto perché lei c’è, è normale che ci sia e pensiamo che sempre ci sarà.
Non ci comportiamo forse nella stessa maniera con Madre Terra?
Quand’è l’ultima volta che avete ringraziato un albero, che avete ringraziato una mela per la sua croccantezza o un fiore per la sua bellezza? O se vivete lontano da lei, quand’è l’ultima volta che vi siete ricordati che sotto tutto quel catrame, lei esiste ancora e che alla fine della catena che inizia dalla nostra immondizia, c’è lei a riceverla?
E perché tutto questo? Perché la diamo per scontata.
Risvegliamoci dal torpore che spesso questa società cittadina e sedentaria ci può dare e ampliamo la nostra visione. Riconosciamo la Terra su cui viviamo e diamole attenzione. Curiamola. Diamole l’amore che si merita. Come, dopo tutto, fa lei che continua a ospitarci nonostante il nostro comportamento disattento e spesso irrispettoso.
Come?
In molti modi. Per esempio differenziando i rifiuti. Diminuendo o eliminando l’uso della plastica. Informandoci sulla provenienza dei cibi che mangiamo, delle bibite che beviamo e degli oggetti che compriamo. Con diligenza e curiosità, prendiamoci la responsabilità delle nostre azioni.
Ricreando la connessione che i nostri antenati (e popoli e culture lontane da noi hanno tutt’oggi) avevano con la Terra. Coltiviamola, la Terra. Camminiamola a piedi nudi, respiriamola a pieni polmoni. Permettiamo ai nostri figli di correre nei boschi e di sporcarsi con terra, erba, fango. Andiamo alla ricerca di pratiche antiche come quella di donare il sangue mestruale alle piante, di mangiare i cibi di stagione, di riposare e fare attività secondo le fasi lunari.
Celebriamo la Terra! Festeggiamo solstizi ed equinozi con partecipazione, diamo spazio alla Terra e ai suoi ritmi nella nostra quotidianità.
Immaginando tutto questo, non senti una vibrazione di gioia e una calma profonda? Non vedi colori e senti profumi? Questa è la connessione che abbiamo con la madre, da cui tutti nasciamo e a cui tutti torniamo alla fine di questo ciclo chiamato vita. “Mitakuye Oyasin” (“tutto è collegato”), ci insegnano i Lakota, popolo nativo d’America. Ogni cosa è connessa e noi lo siamo profondamente e visceralmente alla nostra madre, Terra.
Amala, celebrala, aiutala.
Ispirazioni
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