Febbraio – Vibhatsa rasa

Che cosa ci suscita rifiuto, repulsione, disgusto e disprezzo? Siamo sicuri che la reazione immediata di fronte a un’esperienza sia la più adatta per noi e per la situazione che stiamo vivendo? Quanto i nostri sentimenti sono il risultato di uno stratificarsi di idee e pregiudizi? Nel mese di febbraio approfitteremo dello spazio di pratica per indagare vibhatsa rasa, il senso del disgusto.
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“L’uomo è la sola creatura che si rifiuta di essere ciò che è.”

“Che schifo!”, “Non ho voglia!”, “Povero me!”, “Uffa!”…

Sono tutte espressioni che scaturiscono dal senso di disgusto (vibhatsa rasa) che talvolta e in diversi livelli proviamo di fronte ad alcune situazioni della vita. Ma siamo proprio sicuri che tutto ciò che a primo acchito ci suscita repulsione sia davvero sbagliato o inutile?

Le passioni non derivano forse dai giudizi? Se provo repulsione per il denaro, è in seguito al giudizio che ho sul denaro, se provo paura per la morte, è in seguito al giudizio sulla morte, se provo rifiuto per un’etnia, è in seguito al giudizio che mi sono formulato.

Nell’indurire i nostri giudizi, ci creiamo delle rappresentazioni degli oggetti dell’esperienza (ovvero ciò che tali oggetti rappresentano per noi), da cui poi faremo rapidamente e inconsciamente conseguire una reazione emotiva di attrazione o repulsione.

Questo mese sulla nuvola cercheremo di spogliare del giudizio la nostra esperienza sul tappetino, luogo sicuro in cui sperimentare l’esistenza con l’occhio del ricercatore, e lo faremo anche e sopratutto passando attraverso ciò che, forse, tenderemmo a rifiutare.

Armati di pazienza, approfitteremo di tutte quelle occasioni “fastidiose” che la pratica yoga ci offre per investigare a fondo ciò che queste suscitano in noi.

…ti viene già voglia di fuggire?

Proviamo a goderci insieme il viaggio tra i sapori di vibhatsa rasa.

Indice:
Il tema di febbraio

VIBHATSA RASA

Le pratiche del mese di febbraio sono dedicate all’analisi dell’esperienza propria di vibhatsa rasa, il sentimento del disgusto.

Il disgusto è uno stato affettivo evocato da stimoli repellenti che compare nell’uomo già nei primi mesi di vita ed è inizialmente rivolto verso odori e sapori che sono ritenuti sgradevoli. Nasce come meccanismo di difesa, il cui effetto è quello di istituire dei confini tra sé e ciò che viene ritenuto dannoso e pericoloso.

In principio, si tratta quindi di una reazione neurochimica, che nel tempo finisce poi per allargarsi all’intera sfera cognitiva dell’essere umano, condizionando non solo il senso del gusto e dell’olfatto, ma coinvolgendo anche pensieri, azioni, persone, immagini.

Se in origine l’obiettivo del senso del disgusto è stabilire un confine reale tra me e ciò che è dannoso per la mia salute, più si induriscono le rappresentazioni e le idee e più questi confini si fanno immaginari e fittizi. Perciò finiamo per non apprezzare il sapore di un cibo inusuale ma molto benefico, ci ritroviamo a fuggire dalle attività di cui avremmo davvero bisogno e rischiamo di rifiutare a priori una bella occasione.

Proviamo a far caso quando dietro alla repulsione per qualche cosa si cela il pregiudizio, l’autocommiserazione e la paura, in questi casi sarà estremamente utile cercare di neutralizzare il coinvolgimento emotivo instaurato con questo qualcosa e permetterci di vivere l’esperienza sotto una luce diversa.

Ricordiamoci che la repulsione va a braccetto con l’attrazione (i due poli tra cui lo yoga ci invita a trovare un punto di mezzo), possiamo infatti notare come di fronte a un evento catastrofico e disgustoso, ci sia un’innata tendenza all’avvicinamento (pensiamo agli incidenti stradali, ai film horror e al true crime!).

Un’ottima via è quella di imparare a osservare le cose per quello che sono e cercare di ridurre la tendenza a cristallizzare l’esperienza in giudizio.

Come farlo sul tappetino?

Incominciamo a ricercare i condizionamenti che ci portiamo nel corpo, dalle usure e chiusure lasciate dallo stile di vita, alle tracce dei modelli a cui siamo costantemente esposti. Interroghiamoci sulla natura del sentimento di svogliatezza che talvolta ci porta ad abbandonare la pratica o a essere scostanti o, al contrario, sulle radici della foga che ci porta a non rispettare i tempi di riposo, proviamo a indagare il perché alcuni esercizi o stili di yoga ci suscitano irritazione o le modalità con cui un dolore o un limite ci trascinano nella frustrazione.

I focus di febbraio

Anche questo mese sulla nuvola andiamo a sviluppare il nostro tema di settimana in settimana muovendo tra diverse categorie di posizioni e focus, in modo da orientare il viaggio ogni volta con un’intenzione e un’attenzione nuova.

Nel mese di febbraio ricercheremo un’attitudine disponibile a stare di fronte a ciò che l’esperienza di pratica ci offre, praticando uno sguardo neutro e lucido tanto nei confronti di ciò riteniamo abitualmente piacevole, quanto di fronte a ciò che non ci piace.

Prima settimana di febbraio

Nella prima settimana del mese di febbraio ci interfacceremo con le sensazioni che ristagnano nelle anche, praticando posizioni di apertura delle anche impareremo a distinguere il dolore da quello che può invece essere un fastidio benefico.

Seconda settimana di febbraio

Nella seconda settimana del mese lavoreremo sulla flessibilità della catena posteriore attraverso posizioni di piegamento in avanti, imparando a instaurare una relazione sana e consapevole con i limiti del nostro corpo, ponendo pazienza e ascolto nella pratica.

Terza settimana di febbraio

Nella terza settimana di febbraio ci concentreremo sull’area che per eccellenza è associata al disgusto: l’area addominale. Grazie alle posizioni di torsione della colonna, approfitteremo del beneficio di compressione per rilasciare quei residui che derivano da disgusto e attaccamento, che spesso si manifestano con nausea e bruciore di stomaco.

Quarta settimana di febbraio

Durante l’ultima settimana del mese sospenderemo momentaneamente il programma didattico e ogni insegnante della nuvola approfondirà o introdurrà il focus che riterrà più consono.

NB: Il fatto che le lezioni seguano un focus, non significa che trascureremo gli altri aspetti o le altre parti del corpo, ricordati che lo yoga è una disciplina olistica, che lavora in modo moderato ed equilibrato tutto il corpo a tutti i livelli, ogni pratica mira al bilanciamento ed evita gli eccessi. La scelta del focus, tuttavia, ci aiuta a orientarci nella complessità del nostro corpo e del nostro mondo interiore.

Le pratiche in live streaming

La pratica yoga non è sempre facile e piacevole, ci invita incontrarci con il corpo e quindi a relazionarci con eventuali dolori, difficoltà e limiti, ci invita ad accostarci a ciò che abita il nostro universo interiore, fatto di gioie e soddisfazioni, ma anche di questioni che facciamo fatica a guardare in faccia. Perciò è davvero di grande aiuto avere una guida in tempo reale durante la nostra pratica, ci supporta quando vorremmo demordere, ci sostiene quando ci verrebbe da distrarsi e ci mantiene vicini all’esperienza reale, al riparo dalle storie che a volte ci racconteremmo.

Ti aspettiamo ogni giorno in live streaming per condividere l’energia della pratica, le grandi soddisfazioni che ci propone, ma anche le difficoltà che necessariamente ci vengono incontro e che, insieme, possiamo decidere di affrontare adesso.

Le pratiche on demand

La nostra libreria on demand offre tante video-lezioni differenti per focus, durata, stile, livello e insegnante, che ti saranno utili per integrare e approfondire la tua pratica. Abbiamo raccolto per te alcuni video coerenti con il percorso didattico che ci accompagna nelle pratiche del mese di febbraio sulla nuvola.

Ti invitiamo a lasciare nei commenti sotto alle video-lezione le tue impressioni, domande e curiosità, in modo da non perdere il contatto con l’insegnante e continuare a condividere l’energia della tua pratica!

NB: Ricordati che la nostra libreria on demand è in continuo aggiornamento. Tieni d’occhio le video-lezioni in arrivo durante il mese, ti accompagneranno nell’approfondimento dei focus!