Il sale dà gusto agli alimenti e mantiene e conserva il cibo, avendo la capacità di purificare e resistere alla decomposizione. Nei tempi antichi, il sale era utilizzato nelle cure mediche e addirittura associato a un vero e proprio guadagno economico (salarium), per i latini, il da farsi doveva svolgersi preferibilmente "cum grano salis", letteralmente “con un grano di sale”, cioè con giusto spirito di discernimento, poiché nel sale e nelle sue caratteristiche emergeva in senso figurato l’immaginario dell’intelligenza, dell’arguzia, del senno e della saggezza.
L’espressione idiomatica “essere il sale della terra” è tratta dalle pagine del Vangelo e nel tempo è entrata nella consapevolezza culturale degli italiani. “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini” (Matteo 5,13). “Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa senza sapore, con che cosa lo salerete? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri” (Marco 9, 50).
Con la locuzione “essere il sale della terra”, Gesù si serve della figura retorica della metonimia, per cui avviene l’identificazione tra lo strumento e colui che lo utilizza. Rivolgendosi ad ognuno di noi, si rivolge all’umanità intera, l’esortazione è collettiva, poiché la saggezza in ogni individuo sospinge a concentrare i propri sforzi nel concedere a questo pianeta un buon sapore sociale, esprimendo in modo sincero affettività, altruismo, solidarietà e comprensione dell’altro. È un sapore che viene trasmesso dalle nostre azioni ponderate e misurate al fine di resistere alla decomposizione e di evitare la disumanizzazione.
Per fare ciò dobbiamo conservare la nostra autenticità; se questa viene meno rischiamo di appiattirci, inaridirci e di perdere la nostra specificità e così il nostro valore sociale.
Così come il sale non serve a se stesso, non siamo in questo mondo soltanto per salvare la nostra anima.
Diventiamo granelli di sale, nitidi, puri e netti, capaci di insaporire la terra che abitiamo, esortiamo questo saggio agire proprio cominciando da noi stessi.