“L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa.”
Giovanni Falcone
Ecco, mannaggia, questo mese ci capita un rasa peso! 😅
Mettiamo pazienza, consapevoli del fatto che per procedere sulla nostra via e approfondire la conoscenza di noi stessi, dobbiamo espandere la nostra ricerca indagando anche le zone d’ombra dell’esperienza, tuffiamoci nel tema di questo mese con la nostra attitudine curiosa!
Innanzitutto rasa rappresenta l’essenza, la quintessenza di un sapore.
Cerchiamo quindi di incamminarci lungo questo tema lasciando da parte tutti i costrutti e le categorie che spesso costruiamo attorno alla paura, per andare invece alla ricerca del nucleo essenziale e prezioso di questo sapore emotivo.
Tolto che ognuno di noi, nessuno escluso, ha nella propria vita avuto a che fare con situazioni di paura, possiamo affermare che negli ultimi anni, tutti quanti abbiamo convissuto, più o meno intensamente, con questa emozione.
In che misura la paura può essere nostra alleata? Quando diventa inutile? In che misura è benefica e in quali declinazione rischia, invece, di diventare dannosa per la nostra vita?
Questo mese sulla nuvola indagheremo questo aspetto primordiale del nostro mondo emotivo, imparando innanzitutto attraverso l’esperienza a conoscere ciò che ci abita, ci muove o ci immobilizza.
Indice
Il tema di maggio
Bhayanaka rasa
Il sapore emotivo a cui dedichiamo le pratiche di maggio, è rappresentato da un’emozione fondamentale, che forse ci verrebbe immediatamente da associare a un’esperienza negativa, ma che in fin dei conti è il nostro alleato primordiale: proviamo a conoscere un po’ più da vicino l’essenza della paura, bhayanaka rasa.
Come ogni rasa, anche bhayanaka rasa contiene un potenziale positivo e un potenziale negativo, derivanti ovviamente dalla misura con cui questo sapore partecipa alla nostra esistenza e, soprattutto, dall’appropriatezza con cui “siamo in grado” di evocarlo.
Proprio perché la paura è un’emozione fondamentale dell’essere vivente, un’emozione che nei millenni ha garantito la continuità della nostra specie, questa rappresenta necessariamente un moto primario nella nostra esistenza, spesso sotto forma di prezioso monito d’avvertimento, che ci invita a proteggerci da un pericolo imminente.
Ma quando la paura è davvero “paura”? Quando invece inizia a caricarsi di tutta una serie di sfumature emotive affini, che contrariamente non ci avvertono di un pericolo, ma semplicemente ci mostrano la condizione naturale delle cose?
Rispondere a queste domande ci aiuterà a distinguere la paura, come prezioso istinto di sopravvivenza, dalle fobie per esempio, che rappresentano più il segno di un trauma e la cristallizzazione di un’emozione, di per sé qualcosa di subitaneo, oppure dall’incertezza, una condizione, ahinoi, tanto rifiutata oggigiorno, quanto inesorabilmente costitutiva dell’esistenza.
La paura è un’emozione, l’ “e-mozione”, ce lo dice il termine, è un moto, uno slancio che ci suggerisce un’azione (che sia scappare, che sia bloccarsi, sempre di azione si tratta), cessa di essere un’emozione quando si trasforma in un’idea, incastonata dentro di noi, dove la pertinenza con la situazione perde di valore e le azioni che ne derivano, finiscono per essere un’inconsapevole abitudine.
Quante volte ci sentiamo impauriti senza l’effettiva presenza di un pericolo? Di quante cose abbiamo inconsapevolmente paura? Ci capita mai di scambiare il desiderio di controllo come una conseguenza di una paura naturale?
Forse ci stiamo abituando a combattere la paura, ci siamo illusi che possiamo eliminarla con il controllo, che impedire i cambiamenti che necessariamente costituiscono la realtà ci renderà più tranquilli, che eliminare le incertezze della vita ci renderà invincibili.
Ma forse, la paura, non dobbiamo eliminarla, forse dobbiamo solo imparare a decifrarla e allenarci a riconoscere che rischio, incertezza, cambiamento, diversità, sono elementi naturali della nostra esistenza, coi quali anziché combattere, ci converrebbe familiarizzare…
Fa paura? Già, ma forse proprio per questo siamo creature capaci di tirare fuori risorse incredibili, quelle stesse risorse che ci hanno già tenuto al mondo per migliaia di anni e che, se non ci arrendiamo alla paura, continueranno ad accompagnarci in questo mondo.
I focus di maggio
Nel mese di maggio approfitteremo del tappetino per somministrarci “piccole dosi di scomodità e di rischio” per provare a fare dell’incertezza una condizione familiare e della paura un’alleata.
Prima settimana di maggio
Nella prima settimana del mese lavoreremo sulle nostre amate posizioni in piedi, come occasione per sviluppare un “radicamento corporeo” che ci renda più sicuri e un po’ più stabili tra i cambiamenti, le trasformazioni, le transizioni, più o meno difficili, che la pratica (e la vota) ci presenta.
Seconda settimana di maggio
Nella seconda settimana di maggio praticheremo le posizioni di estensione della colonna, per aprirci fisicamente, al mondo, all’altro, al futuro, imparando a sciogliere le chiusure e le rigidità che inconsapevolmente tratteniamo e che col tempo tendono a confermare una visione impaurita della realtà.
Terza settimana di maggio
Nella terza settimana del mese di maggio lavoreremo sulle posizioni di inversione, per giocare con il rischio, generare un po’ di effetto brivido e familiarizzare con la paura, provando a viverla come un’alleata che ci accompagna lungo le nostre azioni, piuttosto che come una corda che ci strattona indietro.
Quarta settimana di maggio
Durante l’ultima settimana del mese sospenderemo momentaneamente il programma didattico e ogni insegnante della nuvola approfondirà o introdurrà il focus che riterrà più consono.
NB: Il fatto che le lezioni seguano un focus, non significa che trascureremo gli altri aspetti o le altre parti del corpo, ricordati che lo yoga è una disciplina olistica, che lavora in modo moderato ed equilibrato tutto il corpo a tutti i livelli, ogni pratica mira al bilanciamento ed evita gli eccessi. La scelta del focus, tuttavia, ci aiuta a orientarci nella complessità del nostro corpo e del nostro mondo interiore.
Le pratiche in live streaming
Lo yoga è una pratica intima e personale, certo, ma considerando che ai giorni nostri viviamo tanto in solitudine, perché non cogliere nello yoga anche l’occasione di socializzare e condividere insieme una passione?
Chi pratica abitualmente in live streaming lo sa: lo scambio di domande, correzioni, la condivisione dell’esperienza e delle emozioni, le risate e le frustrazioni che viviamo in diretta, non hanno eguali!
Condividere la via sul tappetino rende la nostra pratica più genuina e più reale, ci avvicina all’esperienza diretta, ci avvicina a noi stessi e agli altri!
Le pratiche on demand
La nostra libreria on demand offre tante video-lezioni differenti per focus, durata, stile, livello e insegnante, che ti saranno utili per integrare e approfondire la tua pratica. Abbiamo raccolto per te alcuni video coerenti con il percorso didattico che ci accompagna nelle pratiche del mese di marzo sulla nuvola.
Ti invitiamo a lasciare nei commenti sotto alle video-lezione le tue impressioni, domande e curiosità, in modo da non perdere il contatto con l’insegnante e continuare a condividere l’energia della tua pratica!
NB: Ricordati che la nostra libreria on demand è in continuo aggiornamento. Tieni d’occhio le video-lezioni in arrivo durante il mese, ti accompagneranno nell’approfondimento dei focus!