Secondo gli antichi, dal latino: “sine” (senza) e “cera”, ossia puro come il miele senza cera.
Un’ipotesi più moderna, ma che non si allontana troppo dall’antica etimologia, individua, a seguito di “sine” (senza), la radice “skar”, che ha il senso di spargere, inquinare, sporcare.
Alla lettera, dunque, senza impurità.
La sincerità, quindi, è la purezza delle nostre parole, una comunicazione che non si sporca di brutte intenzioni, è espressione pulita, cristallina, trasparente, tanto pura da permettere una comprensione senza ostacoli dei contenuti.La sincerità è connessa al QUINTO CHAKRA, Vishuddha, (che significa appunto “puro, libero da vizi”) il centro energetico situato all’altezza della gola, il luogo del suono, della parola. Esso è preposto non solo alla capacità di esprimersi, di comunicare con l’esterno, ma anche alla capacità di ascoltare, poiché ciò implica l’abilità di dialogare con noi stessi, di “spiegare” a noi stessi, per raggiungere una comprensione profonda.
La sincerità del quinto chakra, è ciò che ci permette di creare un ponte tra i sentimenti e i pensieri, quando questo passaggio è limpido, è possibile l’armonia tra cuore e mente, tra noi e noi stessi, tra noi e gli altri.