“Lo sguardo è l'occhio della mente rivolto alla propria interiorità”
B.K.Y. Iyengar
Molti praticano yoga asana ad occhi chiusi, ma spesso anche per le posizioni più semplici è necessario e utile orientarsi anche a livello visivo.
La vista governa il nostro cervello, infatti i neuroni dedicati ad essa sono di numero nettamente maggiore rispetto a quelli da cui dipendono tutti gli atri quatto sensi sommati. Dagli occhi aperti trovano infatti accesso tutti gli stimoli responsabili dei due terzi dell’attività elettrica celebrale!
Il modo in cui utilizziamo gli occhi non solo influisce sul nostro equilibrio, ha un grande effetto sulla mente, l’uso consapevole dello sguardo può aiutare a ottenere un effetto rilassante. Proprio per questo, chiudere gli occhi favorisce il rilassamento e induce al sonno.
Vediamo insieme alcuni esercizi che coinvolgono gli occhi e la vista, il modo in cui eseguirli e i rispettivi benefici.
Indice:
DRISHTI
Nello yoga movimento e sguardo sono direttamente collegati. Quando gli occhi sono fermi, la mente è indotta a focalizzarsi in quel punto. Quando gli occhi si dirigono in una direzione, il corpo li segue.
Durante la pratica yoga, avrete sicuramente notato nelle parole dell’insegnante non solo indicazioni riguardanti le posture, ma anche su dove dirigere lo sguardo.
Verso il basso, verso l’alto, alle dita della mano, alle dita dei piedi, all’ombelico. Questo è ciò che si definisce con il termine sanscrito drishti, che letteralmente si può tradurre in “ciò che è guardato”.
Negli Yogasutra, Patanjali dice che dristhi si stabilirà fermamente solo quando lo yoga avrà quietato (nirodha) i vortici della mente (citta vrtti) (Yogasutra,1-2-3). Nella pratica yoga, l’attenzione e il flusso del respiro sono strettamente connessi alla direzione e alla qualità dello sguardo, al drishti. Come detto prima, in alcune tradizioni yoga, le singole posture sono associate a una precisa direzione dello sguardo, un esatto punto da guardare.
Possiamo individuare nove drishti:
Nāsāgrai – la punta del naso, centro delle nadi Ida e Pingala.
Brūmadhhya — terzo occhio, Ajna chakra
Nābhichaka – l’ombelico
Hastagrai – la mano
Pādayoragai – gli alluci
Pārśva – lato destro, lato sinistro
Angustamandhyai – i pollici
Urdva o Antara – verso l’alto
Possiamo infine riassumere il significato di drishti con “concentrare e dirigere lo sguardo”, dove dirigere lo sguardo non indica solo una direzione, ma anche un obiettivo.
Per esempio, durante l’esecuzione di parsvottanasana l’uso dello sguardo all’alluce induce a distenderci al massimo del proprio potenziale.
Porre l’attenzione alla direzione dello sguardo ha anche un significato simbolico: divenire consapevoli dell’intenzione e proiettarsi su di essa.
Vista e occhi sono collegati al 6° chakra, Ajna che in sanscrito significa percezione. Le funzioni principali di questo chakra sono la visione, l’intuizione e la chiarezza. Inoltre è associato all’energia della luce.
Va da sé come la vista sia direttamente collegata alla percezione, alla visione, alla chiarezza, alla luce.
TRATAKA
Termine sanscrito tatraka che significa “tenere fisso lo sguardo senza sbattere le palpebre”.
L’esercizio del trataka è annoverato tra gli esercizi di purificazione detti shatkarma.
Il trataka è un esercizio di purificazione yoga, volto a pulire i dotti lacrimali e i seni nasali, rafforza la capacità visiva. Equilibra il sistema nervoso alleviando la tensione nervosa. Migliora la memoria e aiuta a sviluppare buona concentrazione e forza di volontà. Dal punto di vista energetico attiva Ajna chakra ed è un’eccellente preparazione alla meditazione. Stimola la ghiandola pineale, sistemata a metà tra i due emisferi del cervello. Questa ghiandola è molto importante per il sistema endocrino perché produce melatonina, l’ormone che regola il sonno, l’orologio biologico dell’organismo e i suoi cicli stagionali. Questa tecnica costituisce un ottimo rimedio per i disturbi del sonno e per tutti i disordini del ciclo circadiano.
Come eseguire il trataka:
- Posizionate una candela accesa di fronte a voi alla distanza di un braccio.
- Gli occhi e la fiamma devono essere più o meno sullo stesso piano.
- Sedetevi comodi in posizione di meditazione e posizionate le mani in grembo o sulle cosce.
- Spalancate gli occhi e concentratevi sulla fiamma. Non sbattete le palpebre, non muovete i bulbi oculari. Rilassate qualsiasi tensione si formi sui muscoli oculari e facciali. Mantenete lo sguardo fisso per circa un minuto. Se si incrociano gli occhi e iniziate a vedere le immagini sdoppiate, rimettete a fuoco e rilassate lo sguardo.
- Chiudete gli occhi e permettete ai muscoli di rilassarsi. Alternate alcune volte sguardo rilassato a sguardo concentrato.
- Infine chiudete gli occhi e usando l’occhio della mente, visualizzate la fiamma al centro delle sopracciglia.
- Una volta terminato bagnatevi gli occhi con dell’acqua fresca. Praticando quest’esercizio, con il tempo vi abituerete e prolungherete il tempo di mantenimento lo sguardo sulla fiamma.
La tecnica del tratraka si può eseguire anche concentrando lo sguardo su qualsiasi immagine: per esempio un puntino nero su sfondo bianco, oppure utilizzando uno yantra, un diagramma geometrico che funge da supporto di visualizzazione
Trataka può essere praticato il qualsiasi momento della giornata, ma sono da preferire alba o tramonto, meglio se praticare a stomaco vuoto.
Controindicazioni:
In caso di disturbi agli occhi, miopia, astigmatismo o primi sintomi di cataratta sono da preferire le pratiche alternative: punto nero su fondo bianco o yantra. Con glaucoma o con problemi di epilessia non praticare trataka.
Benefici:
Rende gli occhi luminosi, calma il sistema nervoso, migliora la memoria, aiuta alla concentrazione e alla forza di volontà.
Attiva Ajna chakra e prepara ad una buona concentrazione.
NETRA SHAKTI / PALMING
Come eseguire il palming:
- Sedetevi in una posizione comoda, preferibilmente su una sedia.
- Chiudete gli occhi e strofinate vigorosamente i palmi delle mani tra loro finché diventano caldi.
- Poggiate i palmi delle mani sulle palpebre senza esercitare alcuna pressione.
- Sentite il calore e l’energia trasmettersi dalle mani agli occhi e i muscoli oculari rilassarsi.
- Rimanete in questa posizione finché il calore delle mani non viene assorbito dagli occhi.
- Abbassate le mani e tenete gli occhi chiusi.
- Ripetere per tre volte.
Benefici:
Rilassa e rivitalizza i muscoli oculari, stimola la circolazione dell’umor acqueo, aiuta la correzione dei difetti di vista.
Altri esercizi per gli occhi:
Battere le palpebre
- Sedetevi comodamente, anche su una sedia, ad occhi aperti.
- Battete velocemente le palpebre per dieci volte.
- Chiudete gli occhi e rilassateli per 5 respiri.
- Riaprite gli occhi e ripetete i battiti di palpebre.
- Ripetete la sequenza per 5 volte.
Guardare lateralmente:
- Sedetevi in dandasana e tenete lo sguardo fisso in avanti.
- Aprite le braccia tese allineate con le spalle.
- Chiudete i pugni, non serrati, e sollevate i pollici..
- Avvicinate le braccia verso l'asse centrale del corpo, fin quando i pollici entrano nel vostro campo visivo. La testa deve rimanere immobile.
- Senza muovere la testa focalizzate gli occhi nel modo seguente: Inspirate, Espirate muovendo gli occhi al pollice destro, Inspirate muovendo gli occhi allo spazio tra le sopracciglia, Espirate muovendo gli occhi al pollice sinistro, Inspirate muovendo gli occhi allo spazio tra le sopracciglia.
- Ripetere per dieci volte la sequenza avendo cura di non muovere testa e colonna vertebrale.
- Infine chiudete gli occhi e rilassateli e praticate un ciclo di palming.
Guardare in alto e in basso:
- Sedetevi in dandasana e tenete lo sguardo fisso in avanti.
- Poggiate entrambi i pugni sulle ginocchia con i pollici rivolti verso l'alto.
- Tenendo le braccia distese, lentamente sollevate il pollice destro seguendo con gli occhi il percorso fino al massimo, dopodiché lentamente ritornate con il braccio alla posizione di partenza sempre seguendo con lo sguardo il percorso.
- Praticate la stessa sequenza anche con il pollice sinistro.
- Ripetere dieci volte per lato.
- Chiudete gli occhi e fateli riposare.
- Praticate un ciclo di palming.
Guardare di fronte e di lato:
- Mantenete il braccio destro nella posizione dell'esercizio precedente.
- Abbassate il braccio sinistro fino a portare il pugno sul ginocchio sinistro con il pollice rivolto verso l'alto.
- Senza muovere la testa focalizzate gli occhi sul pollice sinistro e poi sul pollice destro.
- Ripetete per dieci volte.
- Chiudete gli occhi e praticate un ciclo di palming.
- Inspirate quando guardate in basso, espirate quando guardate lateralmente.
- Ripetete la stessa sequenza con le braccia in posizione opposta.
Ruotare lo sguardo:
- Portate la mano destra sul ginocchi destro e il pugno della mano sinistra con il pollice rivolto verso l'alto sul ginocchio sinistro.
- Con il braccio sinistro disegnate un ampio cerchio verso sinistra, seguendo con gli occhi il pollice.
- Praticate 10 volte e ripetete con il braccio destro.
- Inspirate nell'arco superiore, espirate nell'arco inferiore.
- Ripetere dieci volte per lato.
- Chiudete gli occhi e fateli riposare.
- Praticate un ciclo di palming.
Condividiamo con voi un passo tratto dalla Bhagavad Gita, un testo contenuto nel grande poema epico Mahabharata.
Arjuna e l'arco
Un giorno Drona volle testare la capacità dei suoi allievi nel tiro con l’arco. Costruì un uccello di legno e paglia e lo pose sopra un ramo di un alto albero, poi chiese ai suoi allievi di colpirlo con una freccia.
Il primo a farsi avanti fu il maggiore dei Pandava, Yudhishthira.
“Cosa vedi?” gli chiese il maestro Drona.
“Vedo l’uccello” rispose lui.
“E poi?” chiese Drona.
“Vedo il ramo e l’albero” rispose.
“E poi?” insisté Drona.
“Vedo te, maestro, e vedo i miei fratelli” replicò Yudhishthira.
“Vattene” ordinò Drona.
Fu la volta del cugino Duryodhana che si mise in posizione di tiro.
“Cosa vedi, Duryodhana?” chiese Drona.
“Vedo l’uccello sul ramo, l’albero, tutti voi e….”
Drona non lo lasciò neppure finire e lo cacciò in malo modo così come cacciò tutti gli altri suoi allievi che fornirono risposte simili.
Si fece avanti Aswatthama, l’amatissimo figlio di Drona.
“Cosa vedi, figlio?” chiese Drona.
“Vedo solo l’uccello” rispose Aswatthama.
“Come è fatto?” chiese ancora il maestro.
“Di colore è verde, il becco è rosso” rispose.
“Allontanati!” ordinò Drona.
Fu la volta di Arjuna, colui che sarebbe diventato il più grande arciere dell’antichità.
“Cosa vedi, Arjuna?” chiese Drona.
“Vedo l’uccello” rispose.
“Poi cosa vedi?”
“Niente, solo l’uccello.”
“Descrivimelo” ordinò Drona.
“La testa è tonda, gli occhi sono aperti.”
“E il corpo?” chiese il maestro.
“Non vedo il corpo, vedo solo la testa” replicò concentrato Arjuna.
“Dimmi allora cos’altro vedi” insistette Drona.
“Niente altro che la testa dell’uccello, basta, solo quella.”
“Un guerriero dovrebbe vedere solo il suo bersaglio,”
“Tira!” ordinò Drona.
La freccia venne scoccata violentemente e colpì il bersaglio trapassando l’occhio dell’uccello di legno.
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