Esistono cinque elementi universali: etere, aria, fuoco, acqua e terra. Tutti questi sono combinati nel nostro corpo, così come in natura e l’Ayurveda li descrive come coppie dinamiche di tre “dosha” (o materiali che possono essere distribuiti) che compongono ogni essere vivente, Vata (etere ed aria), Pitta (fuoco e acqua) e Kapha (acqua e terra) servono come fondamento dell’Ayurveda, che è un antico sistema che risale a più di 5.000 anni fa, prima di quella che è conosciuta come la cultura vedica. Questo sistema è inerente a tutti gli esseri umani, e può essere visto come un linguaggio che sfida e va oltre la cultura stessa, dentro e fuori il Divino.
Per mostrare un esempio dell’universalità dell’Ayurveda, daremo uno sguardo ad un classico della cucina italiana: la Pasta al Pomodoro. Iniziamo con Vata dosha, rappresentato qui dalla foglia di basilico. Fornendo un sapore pungente ma floreale, insieme alla sua leggerezza e ampia copertura, porta l’aroma brillante ed il colore mediano ad un piatto complessivamente pesante. Incontrato su salsa e pasta in modesta quantità, il verde della foglia ricorda il verde della bandiera italiana, così come nella pizza Margherita. Sotto il piccolo, ma cruciale, ciuffo di basilico si trova il prossimo dosha, Pitta. Di colore rosso fuoco, la salsa di pomodoro non è necessariamente piccante, ma ha un carattere acido che è puro Pitta. Per la sua natura calda, la “salsa di pomodoro”, salata, oleosa e diabolicamente dolce è la forza trainante del piatto. Come il cantante di una grande rock band, la salsa è l’elettricità che suscita emozioni ed esplode come fuochi d’artificio alla vigilia di Capodanno. Senza questa leggenda vivente, questa ricetta non sarebbe mai diventata la stella di fama mondiale che è diventata. Sebbene non sia piccante di per sé, la storia della cultura che lo ha perfezionato lo è, e, quando la ricetta è ben preparata, la ritrovi tutta nel piatto da cui scaturisce quella passione scoppiettante che assale il gustatore nel dopo pasto. (Per i tipi sensibili, un pizzico di zucchero può essere il trucco necessario per creare freschezza.) Ultimo, ma assolutamente non meno importante, il fondamento di tutto, il tenero cesto d’amore che è il Kapha dosha del piatto, è la pasta. Una montagna biancastra di spaghetti morbidi, lunghi e rotondi che abbracciano e sostengono tutti gli altri ingredienti e sapori nel piatto. La sua grandiosità non richiede solo una forchetta e un cucchiaio per trasformare un mucchio di singoli spaghetti in una forchetta commestibile per il consumo, ma anche un lento momento di meditazione golosa mentre ci si prende il tempo per masticare ogni millimetro di semola di grano duro. Come una nonna amorevole, che assiste pazientemente la famiglia prima della festa, la pasta è la pietra miliare di tutta la sfumatura e la creatività di Vata e di Pitta. Pur mantenendo il proprio Kapha, la pasta è ciò che soddisfa davvero. Con la sua azione radicante e il rafforzamento della qualità, è il legame che unisce tutto. In conclusione, la Pasta al Pomodoro è prevalentemente un piatto Kapha, con caratteristiche secondarie di Pitta e un pizzico di Vata. Mentre con la scienza dell’Ayurveda, si inizia a vedere tutto il mondo come elementale e consapevole, si trova un equilibrio fisico grazie alla “regola degli opposti“, incontrando la guarigione attraverso il cibo. Pertanto, se sei predominante Kapha, mangia questo piatto in quantità responsabili, nel momento giusto, nella stagione giusta e per le giuste ragioni. Magari scegli la pasta senza glutine. Per le persone predominanti di Pitta, assicuratevi che la salsa sia delicata e più dolce che acida. Mentre per i tipi Vata là fuori, beh, go (moderatamente) crazy … e buon appetito!
Spero che ti sia piaciuto questo articolo, torna su nuvola yoga per altre prospettive ayurvediche nella vita reale sulle cose di tutti i giorni che conosci e ami. Alla prossima!
John V. Riccio